L’amministrazione dei centri minori della regione di Umma nel periodo protodinastico

Armando Bramanti

Consejo Superior de Investigaciones Científicas, Madrid, España1

Fecha de recepción: 25 de julio de 2021. Fecha de aceptación: 18 de agosto de 2021.

La administración de los centros menores de la región de Umma en el periodo protodinástico

Resumen

Tras una breve introducción al concepto de geografía histórica y a su aplicación a los estudios del Próximo Oriente antiguo se presentan en este ensayo algunas reflexiones de tipo histórico-geográfico acerca de los centros menores de la región de Umma en el periodo protodinástico. Se analiza en particular la información conocida en relación con los centros de Zabala, Ki’an, Dulum y Kardaḫi en la época de referencia, probando la importancia de una aproximación histórico-geográfica en la reconstrucción de un complejo panorama económico-administrativo resultante en múltiples niveles jerárquicos.

Palabras clave: Umma, periodo protodinástico, centros menores, geografía histórica, administración

The Administration of Minor Centers in the Early Dynastic Umma Region

Abstract

After a brief introduction to the concept of historical geography and to its application to Ancient Near Eastern Studies, this article presents some thoughts on the historical geography of minor centers in the Early Dynastic Umma region. More specifically, the author analyzes the so far known information about the centers of Zabala, Ki’an, Dulum, and Kardaḫi during the reference time period, proving the importance of a historical geographical approach in the reconstruction of a complex, multi-layered economic and administrative panorama.

Keywords: Umma, Early Dynastic period, minor centers, historical geography, administration

L’amministrazione dei centri minori della regione di Umma nel periodo protodinastico

Abstract

Dopo una breve introduzione al concetto di geografia storica ed alla sua applicazione nel campo degli studi del Vicino Oriente antico si presentano in questo articolo alcune riflessioni di tipo storico-geografico circa i centri minori della regione di Umma durante il periodo protodinastico. In particolare, si conduce una disamina delle informazioni conosciute circa i centri di Zabala, Ki’an, Dulum e Kardaḫi nell’epoca di riferimento, provando l’importanza di un approccio storico-geografico nella ricostruzione di un panorama economico-amministrativo complesso formato da più livelli gerarchici.

Parole chiave: Umma, periodo protodinastico, centri minori, geografia storica, amministrazione

1. La geografia storica ed il Vicino Oriente antico

La geografia storica è una disciplina dallo sviluppo relativamente recente che ha come obiettivo lo studio dei fenomeni geografici in relazione allo scorrere del tempo e dunque alla storia. Nel 1975 la fondazione in Inghilterra del Journal of Historical Geography ha aperto un dialogo internazionale circa l’orizzonte di riferimento della disciplina. Gli editori di questa prima rivista specializzata si sforzavano allora di mantenere tale orizzonte il più aperto e generico possibile, accettando contributi da “scholars of any disciplinary provenance who have something to say about matters of geographical interest relating to past time”.2 Dal 1969 al 1993 la Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG) ha finanziato in Germania l’ambizioso progetto del Tübinger Atlas des Vorderen Orients (TAVO), un dettagliato atlante in 296 tavole che ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella comprensione della geografia del Vicino Oriente antico. Questo progetto ha reso possibile a partire dal 1974 la pubblicazione di numerosi volumi del Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes (RGTC) come frutto della rielaborazione dei dati contenuti nelle tavole del TAVO (cfr. e.g. RGTC 2, VIII) e della raccolta ed interpretazione dei toponimi dei testi cuneiformi relativi alle varie epoche affrontate dai singoli volumi.

L’esistenza di questi primi, fondamentali strumenti di lavoro ha incentivato negli ultimi decenni la ricerca e l’apparizione di importanti pubblicazioni nell’ambito della geografia storica del Vicino Oriente antico. È questo il caso di atti di convegni internazionali (e.g. Liverani, 1995, e Milano et al., 1999-2000), volumi collettivi come risultato di collaborazioni in progetti di ricerca (e.g. Cancik-Kirschbaum e Ziegler, 2009 e 2014) ed anche singole monografie (e.g. Gander, 2010, e Barjamovic, 2011) che hanno fornito le linee guida per lo sviluppo di un campo necessariamente multidisciplinare, nel quale la collaborazione di discipline quali la storia, la geografia, l’archeologia e la filologia non è solo auspicabile ma anche inevitabile.

Di particolare interesse il lavoro compiuto nell’ambito del progetto internazionale ARCANE (Associated Regional Chronologies for the Ancient Near East), che illustra perfettamente come lo studio delle cronologie non possa prescindere da una revisione delle conoscenze geografiche relative ad una determinata facies storico-culturale e dunque da un’ottica storico-geografica. All’interno di questo progetto ed in merito alla geografia storica del terzo millennio contributi come quelli di H. Steible (2015) e M. G. Biga (2015), rispettivamente per le regioni di Šuruppak ed Ebla, sono illuminanti poiché ribadiscono l’importanza dello studio dei processi amministrativi e culturali nell’ottica di una corretta ricostruzione storico-geografica, trascendendo la mera collezione di toponimi ed elevando la disciplina verso un nuovo livello.3

2. L’orizzonte geografico di Umma nel periodo protodinastico

2.1. Il corpus

In questo articolo si presenteranno, senza pretesa di completezza, alcune riflessioni circa i centri minori della regione di Umma durante il periodo protodinastico e la loro amministrazione. Il corpus di testi in oggetto (noto in letteratura come Early Dynastic Umma corpus) è composto da circa 1100 tavolette di natura prevalentemente amministrativa. Un gran numero di questi testi si trova oggigiorno presso la Rosen Collection (Cornell University, Ithaca, NY), Schøyen Collection (Spikkestad, Norvegia), Banca d’Italia (Roma), e Yale Babylonian Collection (New Haven, CT). Il resto del corpus è sparpagliato in lotti più piccoli presso musei, università e collezioni private in vari paesi. Fino ad un paio di decenni fa il corpus protodinastico di Umma consisteva essenzialmente di poco più di un centinaio di testi identificati da M. A. Powell nel 1978. A seguito degli eventi causati della Prima Guerra del Golfo centinaia di nuovi documenti cuneiformi relativi alle epoche più antiche della storia mesopotamica sono stati portati all’attenzione della comunità assiriologica. Questo, unitamente ai recenti scavi archeologici dello Iraqi State Board of Antiquity and Heritage e, più recentemente, dello Slovak Archaeological and Historical Institute, ha fatto in modo che il corpus protodinastico di Umma raggiungesse l’ammontare di circa 1100 documenti.4 La magnitudine di questo corpus consentirà senz’altro in futuro studi approfonditi del contesto storico-geografico della regione di Umma, così come ha consentito negli ultimi anni una migliore comprensione della sua amministrazione, prosopografia e paleografia.5

2. 2. Zabala

Zabala è, secondo la nostra attuale comprensione, il centro minore più importante della regione di Umma e quello che ha restituito il maggior numero di documenti relativi all’epoca protodinastica. La sua identificazione con Tell Ibzeikh (no. 69 nella survey della regione di Uruk di R. McC. Adams e H. J. Nissen, 1972) non lascia dubbi grazie al ritrovamento in situ di alcuni mattoni impressi relativi alla costruzione dell’Ezikalamma di Inanna da parte di Ḫammurapi (RIME 4.3.6.15).6

Una gran parte dei documenti protodinastici provenienti da Zabala si riferiscono all’amministrazione del tempio di Inanna, soprattutto durante il lungo governatorato di Me’annedu (Bartash, 2017: 3-4; Bramanti, 2017a). La natura di questi documenti, relativi per la maggior parte alla gestione della terra e delle attività e prodotti agricoli, suggerisce come il tempio di Inanna di Zabala fosse responsabile per l’amministrazione locale ed in qualche modo indipendente dall’amministrazione centrale di Umma. Da Zabala proviene anche un archivio di 106 testi noto in letteratura come Archivio di Lugalzagesi, ad oggi l’unico archivio ricostruito del corpus protodinastico di Umma.7 All’interno di questo archivio un dossier di 26 documenti tratta la gestione di oggetti metallici come zappe, falcetti, lance, punte di lancia, calderoni ed alcune quantità di rame. Tre testi di questo dossier menzionano un palazzo (e2-gal) (BIN 8, 87; 88; 96). In un caso il palazzo elargisce i beni (e3), mentre in altri due casi i beni sono portati a palazzo (la4/5). Queste tre occorrenze mostrano i limiti dell’indipendenza dell’amministrazione locale del tempio di Inanna a Zabala, il quale si rimetteva all’autorità centrale del palazzo nel caso della gestione di questi oggetti metallici. Poiché non abbiamo ragione di sostenere l’esistenza di un palazzo a Zabala o in altri centri minori della regione,8 questo dossier documenta l’interazione tra l’amministrazione locale di Zabala e quella centrale di Umma.

2.3. Ki’an

Ki’an è nominata insieme alla città di Umma in un’iscrizione reale di Lugalzagesi (RIME 1.12.7). In entrambe le città il sovrano afferma di aver costruito un Tempio dello Scettro (e2-ĝidru), inserendo in questo modo la narrativa della costruzione di templi nel suo cursus honorum. Ki’an viene nominata anche nella più celebre iscrizione di Lugalzagesi RIME 1.14.20.1 in cui, insieme alle altre città del sud mesopotamico, questo centro urbano minore celebra l’ascesa del sovrano al trono di Uruk. L’identificazione di Ki’an con Tell Shmeit, già suggerita da Adams e Nissen nel 1972 (no. 168), è stata più recentemente suffragata a seguito di prospezioni e scavi presso Tell Shmeit (Abdul Rahim, 2003-2004: 201), sito interessato dall’attività archeologica dello Iraqi State Board of Antiquity and Heritage all’inizio degli anni ‘00.

Numerosi testi amministrativi all’interno del corpus protodinastico di Umma menzionano Ki’an ed i suoi abitanti, ma due in particolare meritano la nostra attenzione. BIN 8, 32 e 106, appartenenti al già menzionato dossier dei metalli dell’archivio di Lugalzagesi, sono le ricevute di due transazioni di falcetti e lance avvenute a Ki’an. Poiché il dossier in oggetto forma parte di un archivio proveniente dal tempio di Inanna a Zabala, è possibile dedurre che quest’ultimo si facesse carico non soltanto dell’amministrazione locale della città di Zabala ma anche di quella di alcuni centri minori nelle sue vicinanze come Ki’an che, a causa delle loro ridotte dimensioni, erano probabilmente sprovvisti di un vero e proprio centro amministrativo. Grazie a queste evidenze sporadiche è possibile dunque intravedere la complessa stratificazione dei meccanismi amministrativi nella regione di Umma, dove un’amministrazione centrale palatina delega la gestione degli affari locali ai templi ubicati nei centri minori, nei cui archivi afferisce inoltre la documentazione relativa ai villaggi circostanti.

2.4. Dulum

Dulum (lettura comune del composto NAĜAR.BU) è la sede della divinità Nin-Dulum nella composizione protodinastica nota come Inni Zame (inno no. 26, linee 91-96; cfr. Krebernik e Lisman, 2020: 117) ed è elencata subito dopo la città di Ereš, sede di Nisaba (cfr. anche Cavigneaux e Krebernik, 1998-2001, e Krebernik, 2017: 204). Già Powell aveva identificato Nin-Dulum come una divinità il cui culto aveva sede nella regione di Umma e più specificamente a Zabala sulla base delle evidenze protodinastiche e neosumeriche (1976: 102-103). È stato suggerito che Dulum possa identificarsi con il sito di Tell Ṣalbūḫ (Frayne, 2007: 358-359 e 2009: 58, n. 85), non ancora esplorato archeologicamente. Questa identificazione è tuttavia dubbia poiché la survey della regione di Uruk ha mostrato per questo sito solo un’occupazione tardo-sasanide ed islamica incipiente (Adams e Nissen, 1972: 221, n. 36). Ad ogni modo, è impossibile allo stato attuale delle conoscenze proporre una diversa identificazione.

Notizia e Visicato suggeriscono che le attestazioni di Dulum nel corpus protodinastico di Umma possano riferirsi ad un non meglio identificato tempio di (Nin-)Dulum. In questo caso l’espressione ensi2 dulum2 non si riferirebbe al sovrano della città ma alla figura principale del tempio di Dulum (Notizia e Visicato, 2016: 56, con una lista di attestazioni di questa espressione). Ciononostante, ed in aggiunta alla testimonianza fornita dagli Inni Zame, è preferibile interpretare Dulum come un centro urbano in base alle seguenti ragioni:

a) Dulum occorre insieme ad alcuni nomi di persona per identificare la provenienza degli individui associati a questo toponimo e risolvere dunque alcuni casi di omonimia (cfr. Bartash, 2013: 49). Si veda, ad esempio, silim-utu dulum2 in CUSAS 23, 32 rev. i 4 e U2.U2 dulum2 in Powell, 1978, no. 13 ii 5 e no. 14 i 4 nell’archivio di Lugalzagesi;

b) l’esistenza di un campo associato a Dulum (a-ša3 dulum2; Bartash, 2013: 224, sub voce, e Notizia e Visicato, 2016: 279, sub voce) ma mai associato direttamente alla divinità Nin-Dulum e dunque vincolato al suo tempio;

c) il testo inedito P2708229 è un registro di appezzamenti di terreno del corpus protodinastico di Umma (cfr. Notizia e Visicato, 2016: 11) risalente all’epoca di Me’annedu. In questo testo Dulum occorre dopo una linea in bianco e definisce la localizzazione geografica degli appezzamenti precedenti (rev. iii 4), assumendo la stessa funzione di Zabala, che occorre precedentemente nello stesso testo (rev. ii 8) – le altre categorie che definiscono gli appezzamenti in questo documento si riferiscono a nomi di persona o households.

L’occorrenza di un išib dulum2, “prete lamentatore di Dulum” (Notizia e Visicato, 2016: 273, sub voce) potrebbe indicare l’esistenza di un personale di culto del tempio di (Nin-)Dulum nella città di Dulum, ma non esclude l’esistenza di Dulum come centro urbano in sé. Nel caso si favorisse l’interpretazione di Dulum come nome geografico si dovrebbe postulare un’indipendenza almeno momentanea di questa città, la quale aveva, difatti, un suo governatore (ensi2). I testi suggeriscono che Dulum avrebbe dunque mantenuto contatti amichevoli con Zabala (e quindi con Umma) durante il governatorato di Me’annedu, prima di essere sottomessa da Lugalzagesi durante una campagna militare precedente al settimo anno di governatorato di quest’ultimo.

2.5. Kardaḫi

Kardaḫi è un centro minore relativamente ben attestato nella documentazione neosumerica. Sue menzioni si ritrovano principalmente nella documentazione di Umma (nella grafia kar-da-i ma soprattutto ar-da-i), sebbene attestazioni sporadiche si incontrino anche a Ĝirsu (kar-da-i) ed a Garšana (gar3-da-i). I testi di Umma suggeriscono la presenza a Kardai di un’amministrazione relativa ad un tempio di Nergal / Meslamta’ea, laddove i testi di Ĝirsu e Garšana citano del personale (erin2 e ĝuruš) proveniente da questa città.10

Kardai è solo sporadicamente attestata in testi sargonici (CUSAS 26, 163, e Robson e Zólyomi, 2014: 191 [Mesaĝ]) e protodinastici (Powell, 1978, no. 8 [Lugalzagesi]) della regione di Umma. Quest’ultimo, che riporta nel suo verso un registro di appezzamenti di terreno di Zabala, è, al meglio della conoscenza dell’autore, la prima attestazione di questo toponimo (pace Robson e Zólyomi, 2014: 192), citato in questo caso come provenienza del prete purificatore (išib) ur-e2 (rev. ii 2) (Fig. 1). Si noti che lo stesso prete appare anche in altri due documenti dello stesso archivio di Zabala, Powell, 1978 no. 10 e BIN 8, 114 (in quest’ultimo caso con il nome completo ur-e2-ma), suggerendo che Kardai si trovasse in epoca protodinastica in una posizione di dipendenza amministrativa da Zabala, come già visto nel caso di Ki’an.

Fig. 1. Powell, 1978, no. 8 rev. ii 2 visto da due diverse angolazioni ed in copia.
1 (eše3) 1 (iku) ur-e
2 išib kar-da-i, “١ eše ١ iku (di terreno): Ure, il prete purificatore di Kardai”.

L’esercizio scolastico di epoca sargonica CUSAS 26, 163, sembrerebbe invece fornire un indizio circa la localizzazione relativa di Kardai. Dopo un elenco di nomi di persona inusuali nel recto, il testo riporta nel verso due toponimi, Kardai e Ki’an (rev. 1-2). Questo lascerebbe intuire la vicinanza geografica dei due centri, citati per questo consecutivamente dall’apprendista scriba.11

3. Conclusioni

Nelle pagine precedenti si è presentato un panorama delle informazioni note ad oggi circa l’amministrazione dei quattro centri minori della regione di Umma attestati nella documentazione protodinastica: Zabala, Ki’an, Dulum e Kardai.12 Ne è risultato un quadro amministrativo complesso, con una gerarchia a più livelli il cui vertice è costituito dalla capitale Umma e dal suo palazzo che controlla a livello regionale il movimento di alcuni beni. Quest’ultimo delega ai templi dei centri minori l’amministrazione degli affari locali come la gestione della terra e delle messi – è questo il caso del tempio di Inanna a Zabala (e forse di Dulum?) – i quali si fanno carico anche dell’amministrazione di quei villaggi come Ki’an e Kardai che, probabilmente a causa delle loro limitate dimensioni, non possedevano un proprio centro gestionale.

Queste considerazioni dimostrano inoltre l’utilità di un approccio storico-geografico nella ricostruzione dei processi amministrativi, e dunque nella comprensione della storia economica e sociale, a partire dalle fasi più antiche della documentazione mesopotamica.

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1 L’autore è grato agli editori del presente dossier “Ciudades y urbanismo en el mundo antiguo” per l’invito a partecipare ed in questo modo sviluppare alcuni dei temi trattati in una serie di lezioni tenute in Argentina presso l’Instituto de Historia Antigua Oriental (IHAO) della Universidad de Buenos Aires (22/05/2019) e la Universidad Nacional de Rosario (23/05/2019). Tali lezioni hanno fornito un’introduzione alla geografia storica della Mesopotamia del terzo millennio a.e.c., inserendosi in un più ampio progetto di collaborazione di ricerca e didattica che ha visto l’autore impegnato in vari centri argentini, tra cui la UBA (Buenos Aires), la UNR (Rosario) e la UNL (Santa Fe) (cfr. Bramanti et al., 2021 e Luciani et al., in preparazione). Il tema della geografia storica della regione di Umma è stato sviluppato anche durante un soggiorno di ricerca presso l’Istituto Svizzero di Roma (ISR) nell’AA 2019/2020, istituzione verso la quale si esprime gratitudine anche per il supporto logistico offerto durante un annus horribilis che ha segnato particolarmente non solo le nostre vite ma anche la produzione scientifica a livello globale.

2 Journal of Historical Geography 1 (1975), Editorial.

3 A tal proposito si evidenzia l’urgenza di considerare in studi storico-geografici all’interno della categoria “toponimi” non soltanto i nomi di città, ma anche quelli di centri minori, campi e corsi d’acqua e di registrare la presenza di ogni elemento che possa in qualche modo mostrare una base geografica come edifici pubblici (templi, palazzi, granai) e privati (households ed abitazioni private), le cui reciproche interazioni amministrative molto possono suggerire circa la loro presenza sul territorio.

4 Per una lista parziale dei testi appartenenti a questo corpus, si veda Bramanti, 2017a: 33, n. 1 e, più recentemente, Notizia e Almamori, 2021, entrambi con letteratura precedente.

5 Solo a titolo di esempio si citano due recenti volumi di edizioni di testi (Notizia e Visicato, 2016, e Bartash, 2017) e due recenti studi su amministrazione (Bramanti, 2020) e paleografia (Bramanti, 2021).

6 Sull’identificazione di Zabala, si veda anche Molina, 2017: 171 con letteratura precedente. Ai suoi argomenti si può aggiungere la menzione di “Tel-el-Bouzekh” nella corrispondenza dell’antiquario E. S. David, che può essere indirettamente collegata all’acquisto da parte dell’università di Yale della maggior parte delle tavolette dell’archivio di Lugalzagesi di Zabala (Powell, 1976: 103 e Powell, 1978: 7-8).

7 Per un’edizione completa dell’Archivio di Lugalzagesi e per ulteriori considerazioni sull’amministrazione di Zabala si veda Bramanti, 2017b.

8 A tal proposito si veda anche Monaco, 2011: 4 e 8, n. 51.

9 Accessibile online tramite questo numero di catalogo sul database Cuneiform Digital Library Initiative (CDLI) (https://cdli.ucla.edu/).

10 Su Kardaḫi in epoca neosumerica cfr. Steinkeller, 2013: 391 i.12.

11 Sull’interpretazione di CUSAS 26, 163 si veda anche Kraus, 2020: 18-19 e 71-72.

12 Si noti che la città di Apisal (a-pi4-sal4), importante centro urbano della provincia neosumerica di Umma, è attestata nei testi soltanto a partire dall’epoca sargonica (pace Schrakamp, 2015: 218; cfr. Westenholz, 2014: 129). Sull’identificazione di Apisal si veda Steinkeller, 2001: 54-56 e passim. Circa la possibilità dell’interpretazione come Apisal del segno composto AB׊U2 dell’inno Zame no. 29 (linee 101-102) immediatamente precedente l’inno di Ĝišša / Umma, si veda Krebernik e Lisman, 2020: 118-119 con letteratura precedente.