Compravendita di schiavi alla periferia dell’impero: i papiri del Medio Eufrate (III sec. d.C.)

  • Francesca Reduzzi Merola
Parole chiave: papiri di compravendita del Medio Eufrate, schiavi

Abstract

Prima di esaminare i dati offerti dai papiri di compravendita del Medio Eufrate, che sono tra le più importanti scoperte nel campo della papirologia degli ultimi anni, è necessario, seppure per sommi capi, affrontare il problema del rapporto tra diritti locali e diritto romano dopo l’editto di Caracalla del 212 d.C. Dopo il 212 è evidente che chi compare in giudizio in una provincia o si rivolge al principe per ottenere un rescritto è un cittadino romano che vuole vedere il suo diritto regolato dal diritto romano; gli imperatori lasciano sopravvivere le consuetudini locali armonizzandole con lo ius Romanorum e talvolta rendono valide in tutto l’Impero alcune di esse. Come ha sostenuto De Giovanni, sembra che gli abitanti delle province orientali del III secolo d.C., pur opponendosi a molti aspetti della romanizzazione, vedano nel diritto romano un punto di riferimento sicuro. È appunto questo il contesto nel quale bisogna inserire l’esame dei papiri del Medio Eufrate relativi alle compravendite, che fanno parte di un gruppo di ventuno testi, dodici su papiro e nove su pergamena, dei quali solo due sono stati giudicati non pubblicabili. I rimanenti diciannove presentano due atti in lingua siriaca e diciassette in greco, e tutti sono datati tra il 232 ed il 256 d.C.

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Come citare
Reduzzi Merola, F. (1). Compravendita di schiavi alla periferia dell’impero: i papiri del Medio Eufrate (III sec. d.C.). Anales De Historia Antigua, Medieval Y Moderna, 49, 29-38. https://doi.org/10.34096/ahamm.v49.2539
Fascicolo
Sezione
Nuevas investigaciones, entre diversidades temáticas y metodologías particulares